martedì 5 luglio 2022

2084- L'Anno in cui bruciammo chrome: lo spettacolo ideato da Nadia Carlomagno e Marcello Cotugno

 




Venerdì 8 luglio alle ore 19, nell’ambito del Campania Teatro Festival 2022,

debutterà in prima nazionale assoluta 2084 – l’anno in cui bruciammo chrome alla

Sala Assoli.

Il testo e la regia sono di Marcello Cotugno. Il progetto, nato nell’ambito del Master

Teatro Pedagogia e Didattica dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, è stato

ideato da Nadia Carlomagno e Marcello Cotugno. Sul palco, insieme a Francesco

Maria Cordella e a Nadia Carlomagno, le allieve e gli allievi del Master: Paolo

Capozzo, Antonella Durante, Graziano Purgante, Giulia Scognamiglio, Anna Simeoli.

Lo spettacolo, all’interno della sezione dei Progetti Speciali del Campania Teatro

Festival, è frutto della collaborazione di diverse sinergie: la progettazione video e

grafica è stata curata da Francesco Domenico D’Auria, Gennaro Monforte e dal

regista stesso. Arianna Cremona, anche aiuto regista, ha dato il suo prezioso

contributo alla drammaturgia, Anna Simeoli ha ideato le coreografie, le allieve e gli

allievi dell’Accademia di Belle Arti di Napoli hanno curato le scene, Irma Ciaramella i

costumi e Pasquale Mari, uno dei light designer più importanti del teatro italiano, ha

progettato le luci eseguite da Lucio Sabatino. Le foto di scena sono a cura degli

allievi di

Le musiche, curate da Marcello Cotugno, sono il risultato di una ricerca sulla musica

dance e indipendente di matrice asiatica.

La produzione è di Acts - Associazione Culturale Top Spin.

In 2084– L’anno in cui bruciammo chrome, che trae la sua ispirazione tematica dal

romanzo di Orwell, s’immagina che l’Occidente post-capitalista sia stato colonizzato

dalla cultura cinese. La tecnologia più avanzata pervade ogni cosa: dal metaverso

all’utilizzo di droni e telecamere per controllare il livello di sicurezza della nazione.

La vita della collettività è regolata dai crediti sociali: per ogni azione dei cittadini il

governo assegna un punteggio. Il lavoro è diventato l’unica ragione di vita. In un

appartamento di un quartiere povero di una cittadina immaginaria, una famiglia

cerca, tra mille difficoltà, un riscatto sociale.

 All’indirizzo https://opensea.io/collection/2084theyear è disponibile una

collezione di NFT disegnata da Marcello Cotugno e ispirata ai personaggi dello

spettacolo.

 Iscrivendosi all’app PI Greco, è possibile minare la nuova criptovaluta virtuale.

Usa il codice ACTS2084 e riceverai il tuo primo PI nell’app e uno sconto di 1

euro sul biglietto dello spettacolo rimborsato su Paypal.


Note al progetto

Il progetto nasce come evoluzione del percorso di ricerca avviato già da qualche anno nel Master

in “Teatro Pedagogia e didattica. Metodi, tecniche e pratiche delle arti sceniche” dell’Università

degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli (www.unisob.na.it/masterteatro), che ha come scopo

lo studio degli aspetti più profondi del teatro, esplorando nuovi spazi nei quali promuovere un

confronto tra diversi linguaggi narrativi. Il focus è la ricerca teatrale e pedagogica, nonché

sociologica, antropologica e psicologica, che punta alla creazione della messa in scena di progetti

originali di scritture e drammaturgie performative in una visione interagente, inter-codice e

trasversale, che si avvale della non linearità nell’inter-azione tra i diversi domini e i diversi

dispositivi.

2084 è un progetto che prende forma, oltre che dal romanzo di Orwell, dall’estetica cyberpunk di

William Gibson, dai recenti saggi sulla Cina di Simone Pieranni, dalla visione fantascientifica

cyberpunk di Snow Crash di Neal Stephenson, a cui si deve l’introduzione del termine metaverso.

Il metaverso è un mondo virtuale, all’interno del quale gli umani entrano sotto forma di avatar,

rappresentazioni visive delle persone in carne ed ossa, una piattaforma che per Mark Zuckerberg

rappresenterà la prossima tappa dello sviluppo di Internet. Un ambiente immersivo, accessibile

con o senza dispositivi speciali, nel quale fare esperienze nuove, da soli o in compagnia,

caratterizzate dalla sensazione di essere presenti. Una simulazione multisensoriale della realtà

fisica che implica uno sforzo tecnologico senza precedenti. Ci si interroga su quale sia il futuro

possibile da vivere proiettandosi oltre, oltre il visibile, oltre l’era pandemica, oltre l’umano,

prendendo come riferimento anche ispirazioni filmiche e seriali, come Strange Days di Kathryn

Bigelow Altered Carbon di Richard K. Morgan.

In entrambi i progetti si analizzano le condizioni estreme dell’esistenza dell’uomo attraverso il suo

avatar, il suo second self o doppio mentale come lo definirebbe il neurofisiologo Alain Berthoz.

L’iconografia di riferimento va dai fumetti di Moebius ai disegni dell’architetto Antonio Sant’Elia

espressi nel progetto La città nuova nel 1919. Metropoli in cui perdere il senso d’orientamento tra

il sopra e il sotto, labirinti di cemento e gallerie sotterranee, tutto è grigio, anche i colori in 2084.

2084 è il nostro futuro prossimo: cosa ci aspetta tra soli sessant’anni? Le profezie dei Simpson

continueranno ad avverarsi? Le case in cui abiteremo, le auto che guideremo, gli smartphone che

useremo come modificheranno le nostre vite già oggi così mutate dall’uso della tecnologia e

dall’abuso che abbiamo fatto del nostro stesso pianeta.


Nadia Carlomagno

Marcello Cotugno


Note di regia

2084 può considerarsi come il capitolo conclusivo di una ideale trilogia sul futuro e sulla famiglia,

due temi da sempre oggetto del mio interesse, che ho iniziato ad esplorare sin dall’anno 2000.

In quell’anno, infatti, scrissi e diressi Anatomia della morte di… (vincitore del premio “7 spettacoli

per un nuovo teatro per il 2000”, indetto da Mario Martone, allora direttore del Teatro Argentina

di Roma), un testo che analizzava il disagio esistenziale di un giovane uomo alle soglie del terzo

millennio: l’aspra lotta con i genitori, colpevoli di non comprendere ansie e speranze delle nuove

generazioni, ma anche la semplice noia, malattia del benessere e della borghesia, erano i conflitti

che spingevano il protagonista al suicidio.

La tecnologia, in Anatomia…, era presente nella forma di due megaschermi connessi alla rete per

tutta la durata dello spettacolo (con tecnologia ISDN), e rappresentava un ulteriore personaggio

sulla scena, importante al pari degli attori protagonisti. Internet era il territorio di ricerca che il

miglior amico del protagonista dragava per cercare una traccia, una spiegazione per l’assurda

morte di Daniele.

Molti anni dopo, nel 2017, ho affrontato, in Liquido, lo stesso tema da un punto di vista speculare:

quello della generazione dei padri, immaginando una famiglia in cui fosse il padre ad abbandonare

le figlie, colpevoli di aver contribuito, col loro spietato opportunismo, a rovinargli la vita.

L’elemento tecnologico era qui rappresentato da una apparentemente miracolosa terapia

sperimentale, simile a quella, di origine militare, chiamata deprivazione sensoriale. Guido, il

protagonista, dopo aver perso la moglie, si sottopone a questo trattamento in Giappone e ne

riemerge profondamente cambiato, al punto da tornare a Roma e trovare la determinazione per

abbandonare le figlie.

Con 2084 la mia ricerca è approdata su altri territori. Partendo, infatti, da letture e visioni sulla

Cina, un mondo con cui sempre più – dalla pandemia alla definizione dei nuovi equilibri economici

e di potere sullo scenario globale – stiamo accorciando le distanze, ho avuto modo di immergermi

in una cultura affascinante e terribile, ricca di straordinarie intuizioni e drammatiche

contraddizioni. Letture come Red Mirror di Simone Pieranni o visioni come Stay Awesome China!

di Winston “SerpentZA” Sterzel, sono state per me il volano per costruire un mondo narrativo che,

prendendo spunto dal presente cinese, immagina un futuro non troppo lontano in occidente.

In 2084 il mondo occidentale ha subito una forte colonizzazione culturale proprio da parte della

Cina: molti termini di uso comune non sono più mutuati dall’inglese ma dal cinese, lo stato impone

un controllo massiccio sull’individuo, la dimensione collettiva/pubblica ha annientato quella

personale/privata.

Al singolo non resta che rifugiarsi nell’orizzonte virtuale per coltivare speranze e sentimenti: ecco

perché il metaverso è diventata l’unica possibile fuga, grazie alla quale la dimensione

claustrofobica della casa si apre su paradisi artificiali, in cui sognare altre vite possibili.

In 2084, quindi, la disumanizzazione della società fa da sfondo alle tensioni familiari, mettendo in

evidenza l’irrigidimento delle gerarchie sociali e come questo si ripercuota nelle vite dei singoli.

Perseo, Atria e i loro due figli, Izar e Alhena (sono tutti nomi di stelle), si dimenano in questo

habitat che a tratti ci appare familiare, a tratti distopico e incomprensibile, cercando ognuno un

senso e una direzione alle proprie vite in bilico. Ognuno porta avanti la propria battaglia:

Perseo e Atria non riescono ad uscire dalla soglia di povertà a causa di un funzionario corrotto,

Izar, nella dimensione virtuale dove ha trovato rifugio, incontrerà la realtà di un’amara delusione


d’amore, e Alhena, in quella che è l’unica iperbole tecnologica del testo, cercherà una nuova

identità attraverso tecniche sperimentali di criogenica.

Lo spettacolo cerca, nella sua cifra minimale - scena e sfondi bianchi, proiezioni video a tutto

schermo provenienti dal metaverso - di fondere dimensioni e stili teatrali differenti, passando da

quello relazionale delle scene di interno familiare a quello brechtiano dei monologhi-racconto dei

protagonisti, per arrivare alle astrazioni formali proprie del teatro post-drammatico.

Nonostante la presenza narrativamente determinante della dimensione tecnologica, il tentativo è

quello di mantenere viva la forma teatrale del progetto. La tecnologia non vuole mai tradursi in un

mero effetto speciale, ma vuole essere parte integrante della drammaturgia, amplificandone la

profondità strutturale.

Anche la ricerca musicale è stata di fondamentale importanza: la colonna sonora utilizza

esclusivamente band e musicisti cinesi e asiatici, molti dei quali completamente sconosciuti al

pubblico occidentale. Da Omnipotent Youth Society, gruppo cult di Qinhuangdao (la città dove, dal

mare, sorge la Grande Muraglia) a Dj Desa e Isky Riveld, dj indonesiani creatori del genere funkot,

per finire a Dj TIK TOK, nomen omen.

Le scene sono state realizzate dagli allievi del Prof. Luigi Ferrigno, docente dell’Accademia di Belle

Arti di Napoli: Jia Chenghao, Fabio Cosimo, Alessandro Fraia, Gao Jing, Assunta La Corte, Giorgia

Lauro, Cecilia Marcucci, Wu Yongq. I costumi, ispirati alle immagini del fotografo cinese Ren Hang,

da Irma Ciaramella, le luci eleganti e minimali da Pasquale Mari,.

Due validissimi collaboratori, Gennaro Monforte e Francesco Domenico D’Auria, mi hanno

affiancato nella progettazione video. Mentre Arianna Cremona, aiuto regista, ha dato il suo

prezioso contributo alla drammaturgia, e Anna Simeoli ha ideato le coreografie.

Nel cast, accanto a due attori di grande esperienza e talento come Francesco Cordella e Nadia

Carlomagno, un gruppo di allievi attori del Master Teatro Pedagogia e Didattica del Suor Orsola

Benincasa, ideato e diretto da Nadia Carlomagno che, assieme a me, ha fortemente voluto e co-

ideato il progetto su Distopia e Metaverso da cui è partito il testo 2084: Paolo Capozzo, Antonella

Durante, Graziano Purgante, Giulia Scognamiglio, Anna Simeoli e, in voce Marzia Simiani e

Salvatore Mazza.

Alla fine, in questa visione di un futuro prossimo, rimangono solo tante domande. Rimane il

disorientamento di trovarsi di fronte a un’aporia da noi stessi creata. Che direzioni prenderà

l’umanità? Torneremo alla terra? Ci perderemo definitivamente in una dimensione virtuale?

Scompariremo in una sesta estinzione di massa o riusciremo a trovare una integrazione tra

ecologia e tecnologia?


Marcello Cotugno

LA POETESSA TINA PICCOLO INTERVIENE AI NOSTRI MICROFONI. TANTISSIMI PREMI E RICONOSCIMENTI LE HANNO CONFERITO NEL CORSO DELLA SUA CARRIERA

 




LA POETESSA TINA PICCOLO INTERVIENE AI NOSTRI MICROFONI. TANTISSIMI PREMI E RICONOSCIMENTI LE HANNO CONFERITO NEL CORSO DELLA SUA CARRIERA

TINA PICCOLO, LA POETESSA PIÙ PREMIATA D’ITALIA HA RICEVUTO QUALCHE SETTIMANA FA UN NUOVO RICONOSCIMENTO

Tina Piccolo, la poetessa più premiata d’Italia riceve un nuovo riconoscimento

Tina Piccolo la poetessa più premiata d’Italia instancabile attivista della cultura con il suo Salotto Artistico. Con la poesia “Per questo mi chiamano donna” si aggiudica il premio ginestra 2022. Da quarant’anni e oltre la poetessa è stata sempre sulla scena.

Quando e come nasce artisticamente la poetessa Tina Piccolo?

MIA MADRE DICEVA SEMPRE CHE NUOTAVO NEL LIQUIDO AMNIOTICO con LA PENNA IN MANO.

Da piccola,alle scuole elementari già scrivevo versi e mi chiamavano”la poetessa”. Con gli anni poi ho creato eventi, vinto premi e realizzato un PREMIO INTERNAZIONALE per la mia città.

Tanti sono i premi letterari, alla carriera vinti e continuano ad arrivare nonostante il periodo cosa si prova a riceverne sempre?

Ne ho vinti di premi,oltre 2500 in tutto il mondo e ho avuto tante onoreficenze, come la nomina di Ambasciatrice della poesia nel mondo e di Pioniera della cultura europea.

In questo periodo un nuovo libro “la mia vita una storia infinita… “la storia di Tina Piccolo che storia è?

Ho pubblicato 39 libri e il piu’ recente è”La mia vita..una storia infinita”.

una storia poetica che non finisce mai ,nonostante le difficolta’ e i disagi che sempre si incontrano nel percorso della vita! Io ne ho dovuti superare tantissimi,ma sono tenace,ho fede e amore. Queste sono le armi con cui combatto e spesso vinco.

Il Salotto Artistico Culturale e Multimediale di Tina Piccolo è attivo da oltre quarant’anni con appuntamenti fissi e di grande valore sociale e culturale con grande impegno costanza e sacrificio. Ce ne parla?

Anche il Salotto letterario ha la su storia. Tantissimi anni dedicati a questo luogo di incontri e di cultura, brillantemente condotto dal giornalista Giuseppe Nappa, una forza della natura! Con lui ho pubblicato un libro su Napoli recensito da tantissime riviste e da giornali. Ne sono fiera! “Napoli nel cuore” è davvero un’opera di poesia, aneddoti e descrizione dei luoghi fantastici della nostra Napoli. Con la prefazione del grande Diego Paura, caporedattore spettacolo del quotidiano Roma. Il libro continente anche un monologo di Giuseppe Cossentino dal titolo “La Caffettiera Napoletana”. Ci sono poi tante firme prestigiose che parlano dei due autori di Napoli.

Aspettiamo tutti il glorioso premio Internazionale Città di Pomigliano D’Arco arrivato alla sua ventottesima edizione fermato causa pandemia. Arriviamo alla numero trenta?

Spero che possa riprendere il Premio Citta’ di Pomigliano d’Arco alla 29 edizione e organizzare la trentesima, Covid permettendo.

E’ un lavoro enorme con innumerevoli artisti,ma spero di farcela.

Un consiglio per chi scrive. Come si fa a fare tanto, come ha fatto lei, dividendosi tra famiglia lavoro e arte?

Ai giovani consiglio di intraprendere la via dell’arte e non arrendersi mai. Il mondo ha un bisogno incredibile di arte e cultura per una vera rinascita dopo tante drammaticità. FORZA GIOVANI,ABBIAMO BISOGNO DI VOI!

E non alzate mai bandiera bianca, sarete vittoriosi se il talento e la passione sono una roccia di versi, colori, note e canzoni.Una roccia dal cuore immenso.

Lello Castiello il nostro sostenitore più attivo ormai del Salotto Piccolo colonna portante uno dei tre figli della nostra poetessa e poeta anche lui….

Mio figlio Lello Castiello scrive poesie ed ha vinto diversi premi letterari ,amante del Salotto,affascinato dalla dinamicita e dalla versatilita’ di Giuseppe Nappa, collabora nella realizzazione degli incontri a cui hanno partecipato artisti cone Mario Maglione, e tantissimi altri l’ospite fissa è Nunzia Ferri, ancora Il Maestro Sossio Giordano,Maria Mastrojanni , Nino Forte, Ciro Perna E TANTISSIMI ALTRI DI SERIE ” A”.

Cosa avete in cantiere? 

Una rivista retta da Marino Monti e dedicata interamente al salotto uscirà in questi giorni ed è una bellissima iniziativa. 

Sto anche selezionando opere, foto aaneddoti per il quarantesimo libro…

Una pubblicazione emoziona e ti fa sentire 

VIVA..EVVIVA L’arte! Evviva la poesia!

In ultimo saluti i suoi lettori e sostenitori.

A tutti il mio saluto e il mio augurio di gioia,di pace,d’amore …Abbraccio il mondo intero! E Ricordiamoci che dopo la notte buia spunta l’alba chiara e la vita è un dono di Dio.

AD MAIORA CON BACIO SULLE PUNTA DELLE DITA.

Giuseppe Nappa

"Women for Women against Violence – Camomilla Award” condotto da Beppe Convertini e Arianna Ciampoli in onda il 24/11 alle 23:15 su RAI3

  Una kermesse dedicata alla rinascita delle donne, ferite da una violenza o da un tumore al seno, che non smettono mai di combattere L’Au...